L'educazione al sé corporeo in giovani adulti non vedenti e ipovedenti è un progetto pilota, una proposta di sperimentazione, che va nella direzione di offrire uno strumento nuovo, uno strumento in più, perché le persone con disabilità visiva apprendano un modo di essere altro nella propria corporeità, e apprendano ad usare il proprio corpo in modo creativo. Il titolo che abbiamo proposto per il nostro Progetto-MOVIMENTO SENSIBILE E CORPO CREATIVO - vuole proprio suggerire che in questo approccio tutti i sensi sono attivi nel condurre e dare impulso al movimento, e che l’espressione creativa di sé, attraverso gesto e movimento corporeo, è uno dei principali obiettivi che ci poniamo. Quindi ci proponiamo di condurre una ricerca nella e sulla propria corporeità, con tutti i suoi limiti, le sue specificità, e le sue “imperfezioni”. Viviamo in una società governata dalle immagini, fotografie, e touchscreen: l'ottanta percento degli stimoli oggi è visivo. Attraverso la vista l'individuo conosce l'ambiente che lo circonda, contestualizza e dà significato alle situazioni, fruisce dei messaggi che sfruttano la velocità, la sincronicità e la potenza, attributi caratterizzanti il canale visivo. La vista ha innumerevoli funzioni tra cui quella di stimolare il soggetto al movimento e all’esplorazione, facilita l’interazione con l’altro e supporta l’apprendimento per imitazione. Quando la vista è assente o ridotta si deve essere consapevoli che se non si interviene educando e sostenendo adeguatamente il disabile visivo si potranno creare ritardi nell’apprendimento cognitivo o problematiche di altra natura.Quanto viene percepito dall’occhio non si limita ad essere informazione, ma è comunicazione nel senso proprio del termine, poichè elicita una risposta nel percipiente il quale, a sua volta, induce un feedback e il proseguo degli scambi. Quando la realtà si vede a macchie, intrisa nella nebbia, sfocata o alterata da altri effetti ottici strani i feedback diventano difficili, figurarsi poi quando si percepisce solo la luce o addirittura il nulla. Nella vita quotidiana del non vedente ci sono un susseguirsi di nuovi apprendimenti, di elaborazioni mentali, di schemi mentali che si creano, si modificano e si disfano per poter rappresentare la realtà circostante e gli oggetti e le persone che la abitano. Il dispendio di energie è notevole per riuscire a compiere tutto ciò. La realtà per il nonvedente è costituita da tutto ciò che può essere percepito con i suoi sensi funzionanti, il resto semplicemente, se non verbalizzato da altri, non esiste. Per esempio se in una stanza vi sono un tavolo con tre sedie e due persone il non vedente potrà esplorare l’ambiente e trovare gli oggetti ma se le persone si sposteranno e non parleranno lui potrà cogliere i movimenti ma non saprà a chi appartengono. Sin da subito, appena nati o quando la disabilità visiva si presenta, si incomincia a “vedere” con gli altri sensi, ad utilizzare canali alternativi per la conoscenza. Vengono a crearsi un senso di se’, un’identità corporea, aspetti emotivi ed affettivi, una postura, uno stile relazionale, una modalità comunicativa che derivano dalle caratteristiche personali del singolo, dalla famiglia, dall’ambiente circostante e in parte anche dalla modalità di interagire con la disabilità visiva stessa.
28/09/2014 – 28/09/2017
Annalisa Fabbri
Italia |
Movimento sensibile corpo creativo
Tipo di documento: pdf / 245.4 KB |
Nazionale, Regionale, Locale
in fase di pianificazione
Progetto pilota, Progetto di ricerca
Altro
Di entrambi i sessi
Giovani adulti (18-29), Adulti di età media (30-49)
Disabili, persone svantaggiate, Altri gruppi target
Collettività, tempo libero, associazioni
Qualità di vita, Salute psichica, Salute fisica, Stress
Italiano